Tuesday, November 28, 2006

Risuonavano nella Kasbah alcune note, lente e povere, ma incantatrici, ipnotiche, ammalianti, coinvolgenti.
Abbiamo impiegato un po' a localizzarle, percorrendo vasti locali e stretti corridoi, tra chiaroscuri e giochi di luce.
Lui suonava per piacere suo, posizionato davanti ad una platea ideale (non c'era nessuno), trascinando noi, inconsapevole, nel vortice dei suoi ritmi in crescendo.
Per non rovinare tutto non abbiamo osato mostrarci, con i nostri appalusi o con le nostre inutili monetine. Musica senza prezzo carpita in una costruzione fatiscente, ormai tristemente abbandonata.

Friday, November 17, 2006

La porta quale simbolo di passaggio, dal dentro al fuori. Dentro c'è il conosciuto, senso di protezione, l'intimo, .. fuori l'esposizione, i luoghi da scoprire, lo sconosciuto.
Non importa dove fosse (ma indizi arabi si lasciano cogliere) 'sta porta.
Poi il pensiero volge alle mani che hanno toccato, sfiorato, impugnato il catenaccio, o a quelle che sagomato la porta, tagliando le assi e componendole, a quelle che l'hanno decorata. Ora vedo le mie, che scrivono ...

Wednesday, November 08, 2006

Stava con le mucche e il fratellino, tra le montagne del Medio Atlante. Lo sguardo sereno, nessuna paura dello straniero con le caramelle (e non è proprio bene...), una solida tranquillità, una calma dignitosa, il tempo di assaporare quel sorriso pulito e radioso, mentre le passiamo qualche maglietta e le solite biro. Lei non lo sa ma noi, in pochi attimi, abbiamo raccolto più di quanto abbiamo lasciato. Il Marocco è anche questo.